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Fatti curiosi

Mai vestirsi di viola a teatro, ma per quale motivo? Dietro si nasconde una storia incredibile

Non tutti sanno qual è il motivo per cui bisogna evitare il viola a teatro. Dietro c’è una storia incredibile, che tutti dovrebbero conoscere.

Coloro che frequentano il teatro o ne hanno avuto a che fare sanno bene che ci sono parecchie superstizioni, che coinvolgono non solo gli attori e le maestranze, ma anche il pubblico in sala. Da qui sicuramente in molti avranno sentito almeno una volta dire che il colore viola non deve essere presente in teatro per una questione di superstiziosa.

Mai vestirsi di viola a teatro, ma per quale motivo? Dietro si nasconde una storia incredibile – cronacacaserta.it

In pratica, è buona usanza non indossare abiti di tale colore quando si va a vedere uno spettacolo, così come non ci devono essere oggetti o elementi del palcoscenico viola. La ragione principale è dettata dal fatto che si dice che porti sfortuna agli attori e allo spettacolo. Si tratta di una credenza ormai diffusissima, tanto da coinvolgere anche altri settori oltre a quello teatrale, come quello della televisione. Ma cosa si nasconde dietro? Pare che sia una credenza che affonda le sue radici nel Medioevo europeo.

Perché il viola in teatro porta sfortuna: la storia dietro questa credenza popolare

Non tutti sanno che la credenza della sfortuna del viola in teatro risale alla Quaresima durante il Medioevo. Nella tradizione cristiana, i quaranta giorni che precedono la Pasqua sono caratterizzati da rinunce, digiuno e sacrifici, così da arrivare più puri al giorno in cui Cristo risorge. Oggi queste accezioni sono simboliche e spirituali.

Perché il viola in teatro porta sfortuna: la storia dietro questa credenza popolare – cronacacaserta.it

Tuttavia, all’epoca medievale era un periodo segnato proprio dal colore viola e che coincideva con la sospensione degli spettacoli e la carenza di lavoro per gli attori, soprattutto coloro che lavoravano in forma pubblica. In pratica, durante tutto il Medioevo tutti gli artisti (dagli attori ai musicisti, ma anche danzatori e giullari) non lavoravano per quaranta giorni.

Proprio le maestranze che guadagnavano con gli incassi degli spettacoli i quaranta giorni di Quaresima erano un periodo difficile, dove si faceva letteralmente la fame. Il collegamento con il colore viola riguarda il periodo liturgico in cui i sacerdoti celebrano la Messa indossando il viola, quindi un colore associato a concetti come penitenza e attesa, oltre che alla spiritualità.

A questo bisogna aggiungere anche che nel ‘700, i tessuti di colore viola erano più costosi perché realizzati attraverso un processo laborioso, lungo e raffinato. Per questa ragione lo si vedeva indossato per gli abiti degli attori solamente negli spettacoli speciali oppure su oggetti ed elementi di scena pregiati. Dunque, proprio queste sono le ragioni per cui oggi non tutti vedono di buon occhio questo colore.

Isabella Insolia

Classe 1993. Ha una laurea magistrale in Studi Politici e Internazionali e un Master in Comunicazione. Offre una lente d’ingrandimento sulla società attraverso uno sguardo sulla società: dall’economia alla politica, senza tralasciare il gossip. Ama il cinema e la musica, arti che hanno sempre sciolto quesiti latenti.

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